Notizie Il Parlamento Europeo ospita la Conferenza Finale di CARE4CARE: Ripensare il lavoro nel settore del care in Europa
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Il Parlamento Europeo ospita la Conferenza Finale di CARE4CARE: Ripensare il lavoro nel settore del care in Europa

18 Novembre 2025

Il 18 novembre 2025, il Parlamento Europeo ha ospitato la Conferenza Finale di CARE4CARE, il progetto Horizon Europe dedicato a migliorare le condizioni di lavoro nel settore del care in Europa, di cui EFFE è partner. L’evento, Who Cares for the Carers? Rethinking Work in Europe’s Care Sector, ha riunito responsabili politici, funzionari della Commissione Europea, ricercatori e partner sociali per discutere i risultati triennali del progetto e le proposte politiche per un ecosistema di care sostenibile e di alta qualità in tutta l’UE.

Aprendo la conferenza, la deputata europea Rosa Estaràs Ferragut, ospite dell’evento e co-relatrice del rapporto Advancing towards a Care Society, ha avvertito che i sistemi di care europei sono sotto pressione a causa di anni di sottovalutazione del lavoro di cura e delle crescenti pressioni demografiche. Ha elogiato il CARE4CARE Policy Paper per aver fornito “la spina dorsale empirica” necessaria a rafforzare le proposte legislative del Parlamento. Tra le evidenze chiave, l’stima di 6,8 milioni di lavoratori non o parzialmente dichiarati nei Servizi alla Persona e alla Famiglia (d’ora in poi PHS, secondo l’acronimo inglese), per la maggior parte donne migranti, sottolinea l’urgenza di affrontare il lavoro irregolare, introdurre uno Statuto Europeo dei Caregiver e riconoscere le competenze acquisite durante i periodi di cura non retribuita.

Dalla Commissione Europea, Dana-Carmen Bachmann (DG EMPL) ha inquadrato la discussione nel più ampio contesto della Strategia Europea sul Care, sottolineando la necessità di un approccio coerente a livello UE per affrontare la carenza di lavoratori nel settore della cura a lungo termine.

Presentando la ricerca principale del progetto, la prof.ssa Maria Luisa Vallauri (Università di Firenze) ha evidenziato la precarietà sistemica nel settore: la forza lavoro nel care a lungo termine è 87% femminile, e i salari orari medi si attestano all’89% della media dell’economia complessiva. Per rispondere a queste sfide, CARE4CARE ha sviluppato un Modello di Formazione per l’Empowerment, introdotto da Hubert Kotarski (Università di Rzeszow), volto a rafforzare la capacità di contrattazione collettiva e la resilienza emotiva tra donne e lavoratori migranti. Il prof. William Chiaromonte (Università di Firenze) ha presentato la Piattaforma Web Multilingue CARE4CARE, progettata per rafforzare la consapevolezza dei diritti dei lavoratori tramite informazioni accessibili su legislazione e contratti collettivi.

Il dibattito politico ha messo in evidenza diverse sfide strutturali. Marianna Baggio (Eurofound) ha dettagliato l’entità del lavoro non dichiarato—circa 2,1 milioni di lavoratori nel care a lungo termine in tutta l’UE—definendolo come lavoro legittimo non dichiarato alle autorità. Leonor Tavares (EFSI) ha sottolineato che l’elevato costo del care formale spesso spinge le famiglie verso l’economia irregolare, sostenendo che incentivi fiscali e sociali mirati siano tra gli strumenti più efficaci per la formalizzazione.

La deputata europea Benedetta Scuderi, relatrice ombra del rapporto del Parlamento sul care, ha collegato la crisi del settore a uguaglianza di genere, giustizia sociale e migrazione, notando che i lavoratori migranti affrontano una vulnerabilità sproporzionata. Il suo contributo ha evidenziato il ruolo essenziale dell’azione politica—e di progetti come CARE4CARE—nel colmare le lacune legislative con dati concreti.

Sull’impatto sociale del lavoro precario, il prof. Francisco Medina (Università di Siviglia) ha descritto come i lavoratori migranti nel care affrontino spesso una “esclusione sistematica dal lavoro”, inclusi contratti informali o part-time che aumentano stress, isolamento e disagio psicologico—soprattutto per i caregiver conviventi. Aude Boisseuil (EFFE) ha richiesto soluzioni settoriali per promuovere il riconoscimento dei Servizi alla Persona e alla Famiglia, sottolineando il ruolo cruciale ma spesso trascurato delle famiglie come datori di lavoro diretti.

Durante la conferenza, Aude Boisseuil ha tenuto un intervento incisivo, sottolineando che il lavoro di cura è essenziale ma persistentemente sottovalutato, sia socialmente sia legalmente. Ha evidenziato la diversità della forza lavoro del care, composta da professionisti, aziende, servizi pubblici e famiglie che assumono direttamente i lavoratori, e ha ribadito che il riconoscimento è centrale per garantire occupazione dignitosa, sostenibile e fidelizzazione del personale. La delegata generale di EFFE ha sostenuto che soluzioni settoriali sono fondamentali, poiché il care è eterogeneo—dal childcare e long-term care all’assistenza a persone con disabilità e al care indiretto—e richiede strumenti su misura per condizioni di lavoro, competenze e regolamentazioni. Ha inoltre richiamato l’attenzione sulle sfide uniche delle famiglie come datori di lavoro diretti, spesso prive di supporto amministrativo e a rischio di lasciare i lavoratori in condizioni informali o non dichiarate. Sottolineando il ruolo del dialogo sociale, ha invocato piattaforme settoriali in cui lavoratori, famiglie, datori, sindacati e autorità possano sviluppare contratti e politiche che riflettano la realtà di ciascun ramo del care. Ha concluso con un forte appello all’azione: riconoscimento esplicito, politiche mirate e dialogo settoriale strutturato sono essenziali per garantire che nessun lavoratore o datore venga lasciato indietro, promuovendo un settore del care sostenibile, attrattivo e di alta qualità in tutta Europa.

Chiudendo la conferenza, Elena Ioannou (Rappresentanza Permanente di Cipro presso l’UE) ha annunciato che la protezione dei diritti dei lavoratori del care sarà una priorità per la prossima Presidenza cipriota del Consiglio dell’UE, ribadendo l’impegno per politiche di cura ambiziose e inclusive.

La Conferenza Finale di CARE4CARE ha segnato il culmine di tre anni di ricerca europea e ha anche posto le basi per future iniziative volte a rafforzare diritti, riconoscimento e protezioni per chi si prende cura dei soggetti più vulnerabili in Europa.

Ulteriori informazioni sul progetto e sui diversi deliverable sono disponibili qui.