Notizie EFFE al Vertice Sociale Mondiale di Doha: tre giorni di confronto per rimettere lo sviluppo sociale e il care al centro delle politiche pubbliche
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EFFE al Vertice Sociale Mondiale di Doha: tre giorni di confronto per rimettere lo sviluppo sociale e il care al centro delle politiche pubbliche

6 Novembre 2025

Dal 3 al 5 novembre 2025, EFFE ha partecipato al Secondo Vertice Mondiale per lo Sviluppo Sociale, organizzato a Doha, in Qatar — un evento storico che si svolge trent’anni dopo la Dichiarazione di Copenaghen del 1995.

Questo incontro internazionale, che ha riunito oltre 14.000 partecipanti — tra cui 40 capi di Stato e di governo, ministri, organizzazioni internazionali, sindacati e società civile — ha segnato un momento decisivo nella rilancio dell’agenda sociale globale.

Una dichiarazione politica per rinnovare l’impegno globale

Il Vertice si è aperto con l’adozione della Dichiarazione Politica di Doha, che riafferma l’impegno degli Stati a sradicare la povertà, promuovere il lavoro dignitoso per tutti e costruire società più inclusive.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha richiamato la necessità di un “piano di sviluppo incentrato sull’essere umano”, sottolineando il ruolo centrale dell’occupazione, della protezione sociale e del settore del care.

Ha evidenziato in particolare l’importanza di sostenere le lavoratrici e i lavoratori del settore dell’assistenza e garantire che i benefici economici non siano mai ottenuti a scapito dei diritti e della dignità di chi si prende cura degli altri.

Dibattiti ricchi sulla formalizzazione e il lavoro dignitoso

Nel corso delle tavole rotonde e delle sessioni parallele, le discussioni si sono concentrate sulle persistenti sfide strutturali: povertà multidimensionale, disuguaglianze crescenti, precarietà lavorativa e assenza di protezione sociale per miliardi di persone.

EFFE ha partecipato attivamente ai lavori dedicati alla formalizzazione del lavoro, in particolare nel settore del lavoro domestico e dell’assistenza a domicilio, ricordando che la transizione verso la formalità non può avvenire senza dialogo sociale né senza il riconoscimento del ruolo delle famiglie come datori di lavoro diretti.

Diversi interventi hanno sottolineato la necessità di un quadro di governance partecipativo e inclusivo, fondato sulla cooperazione tra Stati, partner sociali e società civile. EFFE ha ribadito che la formalizzazione deve essere indissociabile da un approccio basato sui diritti umani e sulla giustizia sociale, affinché ogni lavoratore — comprese le lavoratrici domestiche e migranti — possa accedere a un lavoro dignitoso e a una protezione sociale effettiva.

Il care: pilastro dello sviluppo sociale e motore economico

Le numerose sessioni dedicate al care e all’economia dell’assistenza hanno messo in luce una convinzione condivisa:

“Il care è la nuova frontiera delle politiche sociali.”

Nel dialogo con le Nazioni Unite, gli Stati membri, le organizzazioni regionali e la società civile, i partecipanti hanno sottolineato che il care non deve più essere considerato un peso invisibile o un semplice costo, ma un’infrastruttura essenziale per la coesione sociale, l’uguaglianza di genere e lo sviluppo economico sostenibile.

EFFE ha ricordato che il settore dell’assistenza e del lavoro domestico svolge un ruolo strutturante nelle nostre società, creando milioni di posti di lavoro, sostenendo le famiglie e rispondendo ai crescenti bisogni legati all’invecchiamento e ai cambiamenti degli stili di vita.

Gli interventi di EFFE hanno inoltre evidenziato gli effetti moltiplicatori dell’investimento nell’occupazione nel settore domestico, mostrando — attraverso i dati di EFFE Lab — che la formalizzazione e l’accessibilità dei servizi di care generano ricadute economiche e sociali misurabili.

Finanziare il care come una vera infrastruttura

Nelle sessioni dedicate al finanziamento del care, le discussioni hanno convergito su un punto chiave: la fiscalità e le politiche di bilancio devono integrare l’assistenza come componente centrale dello sviluppo.

EFFE ha condiviso la propria esperienza su come le politiche di sostegno alle famiglie possano favorire il passaggio dal lavoro informale al lavoro dichiarato, migliorando al contempo la qualità e la sostenibilità dell’occupazione nel settore domestico.

È stato inoltre sottolineato che il finanziamento del care non è neutrale dal punto di vista del genere e deve essere accompagnato da un riconoscimento giuridico e sociale di tutti i lavoratori del settore.

Conclusioni: dal consenso all’azione

Nel chiudere il Vertice, la Presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha ricordato che la Dichiarazione di Doha non deve rimanere lettera morta:
“Non è la fine, ma l’inizio del lavoro collettivo necessario affinché i più vulnerabili siano protetti e ascoltati.”

Ha ribadito che lo sviluppo sociale è nell’interesse di tutti i Paesi e rappresenta “l’investimento più intelligente che possiamo fare”.

EFFE: un impegno rinnovato per l’attuazione

Dopo tre giorni di dialoghi intensi e scambi costruttivi, EFFE lascia Doha con un impegno rafforzato a:

Per EFFE, investire nel care significa investire nell’uguaglianza, nella crescita e nel futuro del lavoro.


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